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Backstreets e la fine di un'era per i fan di Springsteen

Chiude il magazine-punto di riferimento: c'entra la polemica sul "dynamic pricing" dei biglietti
Backstreets e la fine di un'era per i fan di Springsteen
Credits: Eric Meola

"For a little while sir we had us some fun" - una frase da "Nebraska", e le scarpe della copertina di "Born to run", appese al chiodo. Backstreets, storico magazine punto di riferimento della comunità dei fan di Bruce Springsteen, ha annunciato con questa immagine la sua chiusura dopo 43 anni.

Nato nel 1980, Backstreets aveva pubblicato 91 edizioni di una fanzine che ormai da molto tempo esisteva solo sul web: una testata dedicata interamente al Boss, con report giornalistici di alta qualità, una rete di collaboratori in tutto il mondo, a cui si aggiungono un frequentatissimo forum e un negozio. E un rapporto diretto con il Boss stesso: data la sua autorevolezza, spesso riceveva dal management informazioni di prima mano, aggiornamenti conferme, smentite, che passava alla comunità dei fan. Uscirà un ultimo numero, in digitale, il Backstreets Record Shop rimarrà in funzione, così come i social media, mentre il fourm "Backstreets Ticket Exchange" si avvia anch'esso alla chiusura.

L'editore e direttore di Backstreets Chris Phillips ha scritto:

"Dopo 43 anni di esistenza, voluta dai fan per i fan, è con un misto di emozioni che annunciamo che 'Backstreets' è arrivata alla fine della strada.(...) Ci siamo resi conto che non saremmo stati in grado di raccontare il prossimo tour con l'entusiasmo e la dedizione che ci contraddistinguono dal 1980. E la decisione è arrivata insieme alla sensazione che siamo arrivati alla fine di un'era".

 

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La polemica sui prezzi dei biglietti

Ma negli ultimi mesi si qualcosa  è rotto. La prima data del tour a Tampa ha tranquillizzato molti fan: a 73 anni Springsteen è ancora in grande forma. I concerti durano un po' di meno (siamo sotto le tre ore), le scalette sono per ora abbastanza statiche (greatest hits e canzoni da "Letter to you" e "Only the strong survive"), ma comunque è stato un ritorno degno delle aspettative.

È bastato a far dimenticare la polemica sui biglietti del tour in America? Per molti evidentemente sì, ma non per tutti. Quando non è comparso su Backstreets il consueto dettagliatissimo report, alcuni fan si sono insospettiti. La conferma della fine del magazine è arrivata con una lunga lettera di Phillips, che gestiva Backstreets dal 1998.

La fine della community, spiega,  ha a che fare sì con motivazioni personali, ma anche e sopratutto con come è stato gestito il tour: una situazione insostenibile per molti fan, peggiorata dalla fredda risposta del management e da Springsteen: "ho fatto quello che fanno i miei colleghi. Se ci sono lamentele all'uscita, potrete avere i vostri soldi indietro", aveva liquidato la questione il cantante.

Spiega Phillips: "Backstreets è stato in grado di esistere, e per così tanto tempo - dal 1980 - è costantemente nato da un luogo di genuina passione, radicata in una sincera fede nell'uomo e nella sua musica. Per quanto sia difficile definirla la fine, è ancora più difficile immaginare di continuare senza che tutto il mio cuore sia coinvolto". Poi racconta di come "la disillusione sia un sentimento diffuso nella comunità creata dal sito" dopo la polemica sul "dynamic pricing" quando sei mesi fa i biglietti del tour sono stati messi in vendita, arrivando a costare diverse migliaia di dollari.

Siamo scoraggiati, abbattuti e, sì, disillusi. Non è una sensazione a cui siamo affatto abituati nell'attesa un nuovo tour di Bruce Springsteen e della E Street Band.
(...)
Sono passati sei mesi senza un'ancora di salvezza. Il problema non è solo il costo dei biglietti ("Non si tratta solo di soldi!" è un ritornello che abbiamo sentito dai lettori di Backstreets) ma le varie implicazioni.
(...)
Questi sono concerti che difficilmente possiamo permetterci; che molti dei nostri lettori non possono permettersi; e di conseguenza una buona parte dei nostri lettori ha perso interesse.

Già la scorsa estate "Backstreets" aveva preso una ferma posizione contro la politica del "dynamic pricing" applicata ai biglietti del prossimo tour di Springsteen. "Abbiamo sentito e abbiamo tutte le ragioni per credere che ci saranno modifiche ai prezzi e all'esperienza di acquisto dei biglietti quando il prossimo round di spettacoli sarà in vendita", scrive Phillips. Ma il problema rimane. 

Il commento del management di Springsteen

Il manager di Springsteen Jon Landau ha commentato: "Siamo molto dispiaciuti di apprendere la notizia che 'Backstreets' chiuderà e vogliamo ringraziare Chris Phillips per i suoi trent'anni di dedizione, da parte dei fan di Springsteen dovunque nel mondo". Sapendo quanto lo staff del cantante e il magazine hanno collaborato negli anni, colpisce il tono asciutto e freddo della dichiarazione, che conferma la rottura con una parte della comunità dei fan.

Phillips conclude nella sua lettera: "In quanto fan appassionati della musica, speriamo davvero di poter ritrovare l'entusiasmo per quell che abbiamo sempre considerato un lavoro senza pari. Alla fine della nostra corsa, noi consideriamo comunque che passi alla storia che il lavoro di un artista straordinario ci è stato di ispirazione per 43 anni".

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